


La giornata comincia con il buonumore. Aver dormito in un letto vero e proprio dopo due giorni di campeggio ti fa apprezzare ancora di più le comodità.
Lasciamo l’hotel e con la macchina decidiamo di dirigerci verso il centro di Truro per fare una visita alla cittadina. Dalle immagini che avevamo cercato su internet sembra essere molto affascinante. Fortunatamente, le nostre aspettative non vengono deluse. Girando a piedi per il centro rimaniamo positivamente colpiti dalla bellezza di questa città medievale che si fonde perfettamente con uno stile più moderno. Il monumento che sicuramente colpisce di più e che merita una visita è la cattedrale. Costruita a cavallo tra l’800 e i primi ‘900, questo maestoso edificio di culto è uno degli esempi più intensi di neogotico in Gran Bretagna. Rimaniamo impressionati sia dal suo aspetto esteriore, maestoso ed elegante, sia dal suo luminoso e lussureggiante spazio interno.
Dopo una bel giro per il centro arricchito anche da una ricca colazione con vista sulla cattedrale siamo pronti per continuare il nostro viaggio. Dobbiamo dirigerci verso nord-est, dove si trova un’altra sorpresa ad Andrea.
La prossima tappa del nostro viaggio si trova a circa 60 chilometri da Truro. Torniamo in prossimità della costa e ci dirigiamo verso Tintagel dove ad attenderci c’è un castello. Ma non si tratta di una fortezza qualsiasi, bensì del famoso Tintagel Castle. Anche questa volta dobbiamo fare con la mente un salto nella storia, rievocando quella che è considerata una delle leggende più suggestive di tutto il Regno Unito: il mito di Re Artù. Ancora oggi storia e leggenda si intrecciano, trovando da una parte alcuni storici contrari all’esistenza di questa figura e dall’altro lato vari scritti, testi e racconti dove viene invece esaltato questo personaggio. Al di là dei dibattiti e dei dubbi storici, è indiscutibile il successo e la popolarità che Re Artù, Mago Merlino e i famosi Cavalieri della Tavola Rotonda hanno avuto su tutti noi sin da bambini. Chi non ricorda semplicemente le avventure di Semola, il futuro Artù, e Mago Merlino nel cartone animato della Disney? Avere dunque la possibilità di vedere da vicino i luoghi e i monumenti che vengono associati a queste storie incredibili ci galvanizza. Non vediamo l’ora di arrivare.
Anche in questo caso è stato necessario comprare i biglietti con anticipo a causa delle strette misure adottate contro il coronavirus. Per fortuna siamo riusciti a trovare posto, e per di più ad un’ora favorevole, prima che esaurissero tutti i ticket disponibili. Per questo motivo dobbiamo tenere d’occhio l’orologio, anche se in questo caso è più la curiosità e la voglia di visitare il castello che ci motiva ad arrivare quanto prima.
Durante il viaggio notiamo come i cartelli stradali che conducono alle rovine sono abbondanti e ben visibili già alcuni chilometri prima di arrivare a Tintagel, il che denota una sua evidente popolarità. Questo paesino deve indubbiamente la sua fama e la presenza fissa di turisti a quel che rimane della fortezza di Re Artù. Come in tutte le città a ridosso di attrazioni turistiche, anche in questo caso è possibile incontrare in abbondanza negozietti di souvenir e locali che sfornano deliziosi prodotti tipici della zona.
Anche se attratti soprattutto dalle leccornie locali, desistiamo per il momento e proseguiamo fino a raggiungere l’entrata per il castello. L’intero sito dove giacciono le rovine del castello si trova in una zona collinare verde lussureggiante a strapiombo sull’oceano. Su un’altra sporgenza è ben visibile un altro edificio, decisamente più moderno, ma di altrettanta bellezza e fascino: Camelot Castle. Nonostante il nome possa rievocare un castello medievale, in realtà questa struttura è stata costruita solo alla fine dell’800 e ospita oggi un hotel, sicuramente tra i più particolari e affascinanti in circolazione.
Ci addentriamo tra le rovine ed ad ogni passo rimaniamo incantati dalla bellezza del posto, sia per quello che è in grado di rievocare, sia per l’oggettivo fascino di tutto lo spazio che ci circonda. Girandoci in ogni direzione notiamo resti del castello che emergono a volte inaspettatamente dal terreno. Lanciando lo sguardo un po’ più in là notiamo come tutti i dettagli che siamo in grado di individuare con una cura quasi maniacale, scompaiono bruscamente nel nulla. Le meravigliose e imponenti scogliere, infatti, cadono all’improvviso in verticale su un mare dalle molteplici sfumature di blu, trascinandosi con esse tutti i segreti e i misteri che questo luogo magico racchiude. Inaspettatamente, sbirciando tra gli scogli, scopriamo una piccola baia, che custodisce una spiaggia di sabbia. Ai suoi lati è possibile notare due grandi grotte, accessibili durante la bassa marea, abbastanza lunghe da non poterne vedere il fondo. Una di esse è chiamata The Merlin Cave, poiché si racconta che il famoso Mago Merlino sia vissuto proprio in questo luogo umido. Al centro, invece, il rumore delle onde duetta con quello di una cascata. Per la prima volta assisto personalmente a uno spettacolo del genere.
Proseguiamo la nostra esplorazione tra i ruderi quando, terminata la prima parte del tour, siamo pronti per attraversare il nuovo ponte che collega i due lati della fortezza medievale. Si pensa infatti che tra il XIV e il XVII secolo il sottile passaggio naturale che collegava le due parti della fortezza sia ceduto. Per più di 500 anni le due metà sono rimaste separate, fino al 2019, anno in cui si è concluso un costoso progetto che ha portato alla luce questa elegante meraviglia architettonica. Oggi il ponte si mostra in tutta la sua bellezza, fondendosi perfettamente con il paesaggio. Inoltre risulta essere molto utile a noi e ai visitatori non più obbligati a scendere e salire i ripidi gradini per poter raggiungere l’altra estremità. Un gran bel vantaggio.
Nell’altra metà del percorso la grande protagonista è la statua di Re Artù. Installata nel 2016, questa struttura di ferro si trova in prossimità della scogliera che si affaccia direttamente sull’orizzonte infinito che divide il mare dal cielo. È soprannominata “Gallos“, che nella lingua cornica significa “potenza” ed è ovviamente un omaggio al personaggio simbolo di questa zona. Un selfie qui è d’obbligo, e anche io non mi faccio sfuggire l’occasione.
Questo è l’ultimo passaggio prima di lasciare questo luogo incredibile. Scendendo le scale, però, decidiamo di soffermarci per qualche minuto in spiaggia per poterla ammirare più da vicino e poter esplorare la famosa casa di Merlino. Ora possiamo dire di essere pienamente soddisfatti del viaggio in questo angolo di mondo davvero unico e suggestivo.
Ritorniamo verso il paese. Se prima eravamo riusciti a vincere la nostra voglia di fermarci a esplorare i vari negozi e pasticcerie locali, questa volta cediamo alla tentazione e ci godiamo qualche minuto in giro per il centro. Non possiamo non assaggiare le specialità del posto, anche perché non abbiamo ancora pranzato. Jessy ha comprato un bellissimo cofanetto di cartone con all’interno un’assortimento del tipico cream tea, composto da marmellate, crema e scones, piccolissimi panini da farcire. Questa combinazione è di solito usata per l’afternoon tea, una delle tradizioni più radicate della cultura anglosassone. Io invece decido di provare il Cornish Pastry, forse il più famoso prodotto tipico della Cornovaglia, che ha anche ricevuto il riconoscimento IGP. Altro non è che una pasta sfoglia, solitamente a forma di corno, ripiena di carne e verdure.
La piccola pausa ci ristora e siamo così pronti per l’ultima tappa del nostro meraviglioso viaggio alla scoperta di questa fetta di territorio dell’Inghilterra. Per questa occasione abbiamo volutamente deciso di non scegliere o programmare; al contrario, la nostra idea era quella di coinvolgere direttamente mio fratello e far decidere a lui come trascorrere le ultime ore della vacanza. Meglio tornare a Dartmoor per poter fare campeggio libero o esplorare nuove aree potendo però fare campeggio solo in un’area attrezzata?