


Prosegue la narrazione del mio ultimo viaggio in tenda nel sud-ovest dell’Inghilterra (qui trovi la prima parte). È stato sicuramente un viaggio emozionante nel quale ho avuto modo di fare la mia prima esperienza di campeggio libero. Bellissima. Il tutto arricchito da luoghi incantati e paesaggi mozzafiato.
L’esperienza nel Dartmoor National Park stava andando per il verso giusto fino a quando non ci siamo imbattuti in un zona paludosa impossibile da superare. Dopo aver valutato attentamente la situazione, decidiamo che è meglio fare ritorno all’auto. Le condizioni meteo a quell’altezza non sembrano essere benevoli e decidiamo così di non rischiare di passare una nottata in tenda al freddo. In macchina cerchiamo frettolosamente un altro sentiero non troppo distante dalla nostra posizione. Dopo alcune ricerche, Andrea individua un’area vicina a noi dove è possibile fare campeggio libero. Ci dirigiamo lì, consapevoli che il tempo stringe e il cielo si sta oscurando. Ma non importa. Anche questo è il bello dell’avventura.
Lasciamo ancora una volta l’auto in un parcheggio e ci addentriamo nel sentiero scelto da mio fratello. Ormai è buio. Ci siamo rassegnati all’idea di dover montare le tende nell’oscurità totale. A rendere tutto ancora più complicato è il fatto che ho perso la mia lampada da campeggio. Con quella sicuramente avremmo avuto molta più luce. Invece ho deciso di dimenticarla nella tenda la notte precedente. Per di più era nuova, comprata proprio in funzione di queste situazioni. La cosa mi innervosisce perché non mi piace perdere le cose. Però ormai il danno è fatto. Fa niente, useremo le torce frontali. Ora bisogna concentrarsi per trovare un buon posto dove accampare e cercare di montare le tende il prima possibile.
Sappiamo che il sentiero che abbiamo scelto comincia in prossimità di un lago. Nonostante l’oscurità, ne notiamo la presenza grazie ai riflessi dell’acqua che brillano come diamanti. Il merito è della luna che si rivela sopra di noi in tutta la sua bellezza. La sua luce ci fa da guida e per di più ci regala questo scenario. Pochi istanti più tardi, ci ritroviamo nel bel mezzo di un ponte. Da qui possiamo notare distintamente il rumore delle onde adagiarsi timidamente contro la riva. La bellezza della natura si rivela in tutte le sue forme in qualunque momento.
Appena superato il ponte, proseguiamo il cammino, con la leggerezza nell’anima che solo certi scorci sanno regalarti. Anche questo sentiero si rivela essere in salita, e dopo una breve camminata, decidiamo di non andare oltre. La stanchezza si fa sentire, e la voglia di accampare per riposarsi e sistemarsi è tanta.
Individuata una delle poche zone piane e libere da piante e arbusti, ci mettiamo subito all’opera per montare le tende. Ci dividiamo in due gruppi: Andrea e Silvia da un lato, io e Jessy dall’altra. Loro sono sicuramente più esperti e veloci nel prepararsi, grazie anche alle loro diverse esperienze passate, e infatti, dopo pochi minuti, sono già pronti. Noi non solo non abbiamo molta esperienza, ma per di più abbiamo una tenda completamente nuova. Andrea ci viene in aiuto e, nonostante qualche iniziale perplessità, in 3 riusciamo a montare la tenda. Ce l’abbiamo fatta. Un piccolo senso di orgoglio mi pervade. Anche se con un po’ di aiuto, posso dire di aver montato la mia prima tenda.
Ci prepariamo per andare a dormire. La giornata è stata intensa ma ricca di emozioni. Le stelle, la luna e i suoni della natura pura e incontaminata ci cullano. Che meraviglia!
La mattina ci svegliamo riposati e pronti per una nuova ed intensa giornata di avventure in giro per l’Inghilterra.Lo spettacolo che ci aspetta davanti a noi una volta usciti dalla tenda è qualcosa di semplicemente indescrivibile. Dalla nostra posizione rialzata possiamo avere una vista completa della natura che ci circonda. Tutti gli elementi che ne fanno parte ci lasciano a bocca aperta. Le verdi colline, il lago azzurro, l’assenza quasi totale dell’uomo in questo piccolo angolo del parco, rende l’atmosfera paradisiaca.
Restiamo ad ammirare questo spettacolo magnifico che potevamo solo immaginare la notte precedente. Forse accampare al buio a volte ha i suoi vantaggi. Facciamo colazione e ci rendiamo conto che il caffè ha tutto un altro sapore di fronte a questa magnifica vista e in mezzo alla natura incontaminata. Resterei tutto il giorno a contemplare i colori sgargianti e i dolci rumori attorno a me , ma nuove avventure ci aspettano ed è di nuovo tempo di prepararsi.
Chiudiamo le tende e prepariamo gli zaini. Facciamo il percorso inverso rispetto al giorno precedente e ne apprezziamo la bellezza, questa volta con il sole caldo e il cielo turchese a prendersi la scena e rendersi protagonisti. Attraversiamo nuovamente il ponte e ci rendiamo conto in quel momento che siamo nel mezzo di una diga artificiale. Chi l’avrebbe mai detto. Rientriamo in macchina e partiamo. Destinazione? Cornovaglia.
Come prima destinazione raggiungiamo Truro, dove abbiamo prenotato un hotel . Si, abbiamo dormito una notte in albergo. Può sembrare strano e un po’ fuori luogo considerando la tipologia di viaggio. Ancora non sapevamo come sarebbe stata l’esperienza in tenda, quindi lo abbiamo fatto soprattutto per precauzione.
Lasciamo gli zaini grandi in stanza e prepariamo solo l’occorrente per fare una gita fuori porta. La nostra prossima tappa questa volta non è in mezzo alla natura. È piuttosto una cittadina costiera nel sud della regione, Marazion.
Questo paesino si trova a pochi chilometri dal punto terrestre più occidentale dell’Inghilterra, Land’s End. È famoso grazie a un piccolo isolotto a pochi passi dalla spiaggia locale: St. Michael’s Mount.
Raggiungerlo è possibile solamente in barca o a piedi durante la bassa marea, quando il mare rivela un sentiero di ciottoli che collega la spiaggia all’isola. Sicuramente questa caratteristica rievoca in tutti noi il ben più famoso Mont Saint Michel, nel golfo di Saint Malo in Francia. In realtà non tutti sanno che questi due isolotti hanno molte caratteristiche in comune tra loro. Oltre all’appena citata peculiarità delle maree, il nome è sicuramente un’altro elemento che attira la nostra attenzione.
Il motivo di questa somiglianza è da trovare nella leggenda secondo cui l’arcangelo Michele sia apparso su entrambi gli isolotti. Si dice che il santo abbia deciso di apparire proprio in queste due località poiché qui è meglio rappresentato il rapporto tra l’Uomo e Dio: così come le maree periodicamente uniscono e dividono la terraferma dall’isola, lo stesso succede tra il bene e il male che uniscono o dividono l’Uomo da Dio. In ultimo, è possibile visitare in entrambi i casi i magnifici castelli che si impongono maestosi dall’alto delle isole, rendendo ancora più magici e affascinanti questi luoghi.
Ovviamente non appena abbiamo scoperto su internet questa piccola perla della Cornovaglia, ci siamo immediatamente innamorati e abbiamo quindi deciso che doveva essere una tappa obbligatoria del nostro viaggio. Purtroppo però, a causa delle restrizioni attualmente in uso legate al covid-19 e della concomitanza del fine settimana, non siamo riusciti a trovare posti disponibili per poter entrare nel castello. In compenso però, abbiamo avuto la fortuna di trovare ancora qualche biglietto per poter visitare i rigogliosi e lussureggianti giardini che circondano il castello. Un’ottima occasione anche per poter riuscire ad accedere all’isola.
Lasciata la macchina in un posteggio in prossimità del centro del paese, cominciamo a passeggiare lungo la spiaggia. È sempre bello poter affondare i piedi nudi nella sabbia. Personalmente mi dà un senso di libertà. Anche ascoltare il rumore del mare e delle onde che dolcemente o più fragorosamente si infrangono contro il bagnasciuga mi dà una sensazione di profondo benessere.
Ci godiamo il momento ma il nostro passo deve essere incalzante e costante. Abbiamo comprato dei biglietti e non possiamo fare tardi con il rischio di perdere il nostro turno. La scelta dell’orario è stata attenta e studiata con cura. Oltre a considerare il tempo necessario per spostarci da una destinazione all’altra, dovevamo controllare l’orario delle maree. Infatti l’isola resta aperta solo durante la bassa marea e quest’estate è stato sospeso il collegamento con il traghetto.
Attraversare il vicolo mi fa un po’ di effetto, poiché penso che fino a qualche ora prima nel punto in cui cammino c’era solo acqua alta. Una volta all’interno delle mura che circondano l’isola, possiamo ammirare la bellezza del piccolo villaggio che da secoli siede alle pendici della collina. Tutto è in ottimo stato, anche perché ci sono ancora numerose persone che popolano quest’angolo del mondo 365 giorni l’anno. Mi colpisce sicuramente il piccolo porto. Con la bassa marea sembra essere situato all’interno di mura che si ergono quasi come in sua difesa, per proteggerlo dalle intemperie o dagli attacchi dei nemici, penso tra me e me. In realtà tutto il villaggio mi fa subito viaggiare con la mente in storie epiche di uomini e donne dell’ Inghilterra antica che hanno popolato, vissuto, combattuto, commerciato e costruito proprio li dove ci troviamo noi adesso.
Proseguiamo fino a raggiungere un grande prato verde sul quale molti turisti si rilassano e approfittano del tepore di questa giornata soleggiata. I giardini si trovano appena oltre. Rimaniamo incantati dai colori, da alcune forme perfettamente geometriche e dalla varietà delle specie di fiori e piante che ci circondano e che contribuiscono a rendere questo luogo ancora più incantato. Il tutto in una armoniosa fusione con il maestoso castello sopra di noi e il mare calmo pochi metri sotto di noi.
La visita prosegue con serenità e incanto ma sfortunatamente non possiamo restare a lungo sull’isola. Tra poco il mare comincerà a rimpossessarsi del suo spazio ed è quindi opportuno fare ritorno verso l’auto. Lasciamo questo luogo incantato nel sud dell’Inghilterra contenti e soddisfatti pronti per la prossima avventura. È il momento di una nuova riunione di gruppo.
Una volta rientrati in macchina dobbiamo decidere il da farsi. Io e Jessy abbiamo in mente un paio di opzioni, ma vogliamo condividerle con il resto del gruppo. Ci sono tante cose da vedere in questa zona dell’ Inghilterra e purtroppo dobbiamo fare delle scelte e considerare la migliore destinazione.
Io sono affascinato dall’idea di vedere il Minack Theatre, un bellissimo teatro a cielo aperto che si fonde perfettamente e armoniosamente con la scogliera. La vista dall’alto delle rocce è suggestiva e impressionante. Purtroppo non sono riuscito a trovare disponibilità per i biglietti e dunque potremmo solo ammirare questo monumento da fuori senza poter entrarci.
Altra attrazione turistica è il famoso Land’s End, ossia il punto più occidentale dell’Inghilterra (isole escluse). Il luogo in sé non possiede grandi monumenti, ma la vista che è possibile ammirare da qui, soprattutto durante il tramonto, mi fa venire voglia di dirigermi li.
Alla fine però prevale l’opzione suggerita da Jessy. Qualche giorno prima il nostro collega Joe, che è proprio originario di queste parti, ci consiglia di visitare Godrevy Point. Il motivo? Qui risiede una colonia di foche grigie che è possibile ammirare dall’alto della scogliera. Ingolositi da questa idea, alla fine decidiamo di comune accordo di dirigerci verso questa parte settentrionale della penisola.
Una volta arrivati, ci rendiamo subito conto che il clima in quest’area è diverso da dove ci trovavamo prima. Qui infatti trovandoci in una posizione più alta rispetto al livello del mare e meno protetta da case o alberi, siamo direttamente esposti ai venti che soffiano decisi e che rendono decisamente più fresca l’aria. Ci copriamo con una felpa o con una giacchetta e ci dirigiamo in prossimità dello strapiombo, facendo molta attenzione a tenerci comunque a una distanza sicura. Da qui cominciamo a viaggiare con lo sguardo per cercare di capire dove possa essere la baia sulla quale si adagiano le foche.
Dopo qualche minuto di inutili tentativi, constatiamo che le foche non ci sono. Siamo molto amareggiati. L’aspettativa era molta. Scopriremo più tardi che la cala viene occupata da questi mammiferi solo durante la bassa marea, forse perché durante questo lasso di tempo riescono ad avere a disposizione uno spazio più ampio. Noi, avendo da poco lasciato St. Michael Mount a causa dell’alta marea in arrivo, non avevamo pensato a questa eventualità. Ingenuamente ci siamo diretti proprio nel momento in cui il mare si impossessava dell’insenatura.
Anche se delusi, ci godiamo questi minuti apprezzando la vista spettacolare che si erge dinanzi a noi, i profumi e il rumore che ci regala il mare e i colori sfumati che riempiono un cielo ormai orfano del sole. Il freddo incalza ed è quindi il momento di rientrare in hotel. Vogliamo recuperare energie pronti per l’ennesimo giorno di avventura. Domani si viaggia nel tempo tra miti e leggende dell’Inghilterra medioevale.